(mio articolo su Metro pag 18-19)
Una Ricetta Contro La Crisi
Un mese dopo il giudizio negativo dell’agenzia Standard and Poor’s, sabato scorso anche la Moody’s ha dichiarato di star valutando l’opportunità di abbassare il rating del nostro debito pubblico. Queste preoccupazioni sono fondate, per almeno quattro ragioni. 1. L’insuccesso delle elezioni comunali e dei referendum ha indebolito nel governo l’ala “rigorista” 2. Berlusconi, dichiarando di voler rinviare al 2013-14 più della metà dei tagli concordati con l’UE, ha minato la credibilità della manovra (tanto che è poi stato smentito ieri da Tremonti). 3. La crescita dell’economia è quasi piatta (1%) e i tassi d’interesse, con l’inflazione, sono in aumento: questo riduce la capacità del paese nel far fronte ai proprio debiti. 4. La crisi del debito greco si acuisce: il conflitto tra chi (la Germania) è favorevole ad un coinvolgimento delle banche nelle perdite, e chi contrario (la Banca centrale Europea) è irrisolto. La faticosa approvazione della nuova “tranche” del prestito UE-FMI alla Grecia rinvia, ma non risolve, il problema di insolvibilità della Grecia, e ciò acuisce i rischi di contagio per l’Italia. Che fare? Sei cose. 1. Concentrare i tagli nel 2011, per mostrare che il governo non mena il can per l’aia 2. Ridurre drasticamente i costi della politica: oltre ad abolire le province (risparmi di circa 400 milioni) si devono allineare gli stipendi di tutte le cariche pubbliche alla media europea. 3.Privatizzare le public utilities (energia, gas, trasporti), da sempre centri di magna-magna per i partiti, e abolire tutti gli ordini professionali. 4 Aggredire l’evasione fiscale (stimata al 17% del PIL) abolendo completamente il segreto bancario. 5. Eguagliare l’età pensionabile delle donne a quelle degli uomini. 6 Riformare il mercato del lavoro, riducendo la precarietà per i giovani ma aumentando la flessibilità per i lavoratori più anziani.
ho letto attentamente l'articolo e sono d'accordissimo sui 6 punti illustrati, sopratutto sull'abolizione degli ordini professionali, che forse non è una manovra determinante, ma che sono veramente un freno alla liberalizzazione delle professioni. Detto questo vorrei dire qualcosa sul punto 2, cioè sui costi della politica, illustro anch'io per punti:
1)La proposta di spostare i ministeri al nord (praticamente in casa) non è veramente uno spreco di soldi? mi spiego, l'idea potrebbe anche essere giusta (anche se ho dei dubbi), ma non mi sembra il momento giusto e la questione più urgente e determinante per attingere alle casse pubbliche, non credo che il pareggio di bilancio, la riduzione del debito pubblico e la crescita si raggiungano spostando i ministeri al nord. Inoltre mi viene un dubbio, spostando i ministeri, vuol dire che ogni consiglio dei ministri rappresenta una trasferta x i ministri che devono recarsi a roma? allora costi di auto blu, forfettari, etc…
2)sono d'accordo sul fatto che gli stipendi delle cariche pubbliche devono essere allineate alla media europea, ma perchè non allinearli alla media degli stipendi pagati in Italia? mi rendo conto che forse è una grande utopia…
3)Se veramente si vogliono ridurre i costi della politica, oltre agli stipendi, bisogna tagliare le auto blu, i forfettari su cui si mangia alla grande, ridurre il numero dei parlamentari, cosa che è nel programma del governo che invece sforna sottosegretari in continuazione, in pratica si predica bene ma si razzola male!
4)eliminare il vitalizio dei parlamentari, non è possibile che con 1 presenza in parlamento certe persone hanno diritto a un vitalizio di 3000€ al mese, è assurdo che non se ne parla mai, è assurdo che è stata bocciata a larghissima maggioranza una legge che ne prevedeva l'abolizione.
5)sono d'accordo con Draghi, i tagli non possono essere lineari e vanno effettuati dove la spesa è improduttiva. Tremonti dice che non è facile far accettare tagli ad alcuni piuttosto che ad altri, ma un buon leader si riconosce anche da questo. Vanno inoltre utilizzati i fondi europei, non è possibile che se ne utilizzando solo il 16% (sempre come detto da Draghi nelle Considerazioni Finali).
6)Infine, una questione che mi è molto a cuore, gli sprechi nelle Forze Armate. Non parlo di missioni e guerre, ma parlo veramente di sprechi in tutte le caserme, accademie e comandi vari. Ho avuto un'esperienza di 5 anni, quindi conosco la realtà, non è possibile che ci sono luci, computer e fotocopiatrici accesi per 24 ore al giorno, che arrivano pacchi di penne e dopo 1 ora sono vuoti, e potrei fare altri mille esempi! Ma per me è allucinante l'iniziativa del ministero della difesa che permette ai giovani dai 18 ai 30 anni(giovani?) di essere militari per 3 settimane e conoscere le FFAA. Già ho dei dubbi sull'utilità della cosa, perchè ci sarebbero altri mille modi di far conoscere le FFAA ai giovani e cmq secondo me a 30 anni non dovrebbe esserci bisogno di far conoscere le FFAA! Ovviamente è un modo di attrarre personale, ma bisognerebbe sapere che la maggior parte delle assunzioni avviene a tempo determinato con scarsissime possibilità di stabilizzazione (e la meritocrazia è pari a zero!), secondo me si rischia di creare una generazione di precariato e basta! Ma sopratutto questa iniziativa rappresenta una spesa enorme, spesa per vitto, alloggio, vestiario, addestramento(utilizzo di mezzi e munizioni), personale addestratore, spese sanitarie…è un utilizzo secondo me scellerato di soldi pubblici.
Mi rendo conto che mi sono dilungato molto, ma mi farebbe piacere avere un parere autorevole come il suo,
Cordiali Saluti