” La locuzione italiana “alle calende greche” proviene da quella latina ad kalendas graecas, e ha il significato di “mai”. La frase “ad kalendas graecas soluturos” (“intenzionati a pagare alle calende greche”) è attribuita, da Svetonio, all’imperatore Augusto[1], che ne avrebbe fatto uso di frequente per indicare persone che non intendevano pagare un debito. Il significato di “mai” deriva dal fatto che le “kalendae” esistevano solo nel calendario romano (il 1° di ogni mese) e non in quello greco: protrarre un pagamento fino alle “calende greche” voleva dire riportarlo ad una scadenza inesistente. (Wikipedia). “
Dunque una manovra divbilancio che posticipa rinvia 40 dei 47 miliardi di aggiustamento al 2013-14, in tempi di attacchi speculativi, è una manovra rinviata alle calende greche. Vedo due scenari tra i più probabili:
1. Il governo anticipa la manovra al 2011-12 con il concorso delle opposizioni, ivi compresi i tagli ai costi della politica e l’anticipo dell’età pensionabile per le donne, e tutto finisce bene (si fa per dire, con proteste di piazza, ma business as usual)
2 Il governo si ostina a sostenere che la manovra è “blindata” (nulla è mai blindato che sia modificabile in Parlamento!), le agenzie S&P e Mooody’s, come annunciato, ci declassano di un paio di notches, i tassi aumentano di un paio di punti percentuali (per un aumento di circa 38 miliardi in conto interessi in sette anni), ed il governo (o un governo tecnico) anticipa una manovra di circa 85 miliardi al 2011-12. Si apre la strada alla peggiore crisi del dopoguerra.
Potrebbe anche darsi che la situazione precipita molto piu velocemente del previsto, cioè, nemmeno il punto 1 potrebbe funzionare. Come descritto da Antonella Stirati nel suo ultimo articolo su economiaepolitica, il mercato finanziario può trovare qualsiasi scusa sulle manovre di bilancio, pur di mantenere alti i tassi d'interesse.
Forse già quest'anno potremmo farcene meglio un idea: la manovra correttiva è di 2 miliardi, se il costo sugli aumentati spread supera i 2 miliardi, rende nulla la manvora correttiva di quest'anno, e già siamo quindi in presenza di un effetto destabilizzante, come descritto da Antonella Stirati, o sbaglio?
non sono riuscito a trovare l'articolo a cui si riferisce. L'obiettivo dei mercato non è alzare i tassi di interesse, o attacare l'Italia, ma investire sulla base del rendimento e del rischio. Il recente aumento di un punto dei tassi, se fosse permanente e si applicasse all'intera struttura del debito, farebbe aumentare la spesa per il servizio del debito di circa 19 miliardi in 7 anni (la durata media del nostro debito) dunque di circa 2.7 miliardi all'anno, in medoa..
La percezione attuale del rischio però, non rispecchia quello che mi sembra l'opinione prevalente degli economisti. Attualmente la percezione del rischio nei mercati finanziari è correlata negativamente con l'aumento dell'efficacia dei programmmi di austerità , mentre invece mi sembra di capire che l'opinione prevalente in voga tra gli economisti, è che l'austerità sia una soluzione del tutto errata (almeno senza contare su aiuti da parte della Bce, quali ad esempio la riduzione dei tassi o la monetizzazione del deficit). In ogni caso l'articolo a cui mi riferivo era questo: http://www.economiaepolitica.it/index.php/europa-e-mondo/le-agenzie-di-rating-e-la-politica-europea/
L'articolo a cui fa riferimento sembra partire dal presupposto che la speculazione possa trarre vantaggio dall'attaccare l'Italia, il che, per chi ha in potafoglio titoli italiani, non vale necssariamente. Perchè si dovrenbbe vendere se si ritiene l'Italia un debotore affidabile?
mi scusi per i post multipli, ho avuto problemi con il mio browser…
Se si ritiene l'Italia un debitore affidabile, non si dovrebbe vendere…ma è possibile che la percezione dei rischi aumenti troppo, senza rispecchiare la situazione reale del Paese, portandolo di fatto in una spirale verso il default…in questo caso il termine speculazione ha puramente il significato di predominanza psicologica, "panico", nulla di necessariamente vantaggioso per gli operatori di mercato…in genere si ritiene che nel '92 sia successa proprio una situazione analoga nel nostro Paese…però mi sembra di capire che lei ritiene questo tipo di spirale innescata solo da un downgrading da parte delle agenzie di rating, e non dovuto da un processo automatico, (o quest'ultimo attualmente non lo ritiene possibile) o sbaglio?
Sto finendo un nuovo articolo che manderò anche a voxeu e a lavoce proprio su questo tema. Se pazienta un paio di giorni avrà spero una risposta alle sue domande