Il governo pare proprio deciso a far pagare agli immigrati un “contributo” addizionale sul permesso di soggiorno. Non mi soffermo sulla natura demagogica e discriminatoria del provvedimento: se alcuni immigrati (regolari) non pagano le imposte (venditori ambulanti?) perché farne pagare di più a quelli che già le pagano? Dal punto di vista economico si tratta di un’imposta piena di difetti: è regressiva (Robin Hood al contrario), perché incide esclusivamente sulle fasce deboli (le famiglie degli immigrati regolari); incoraggia la clandestinità e disincentiva l’emersione delle attività economiche degli immigrati (incoraggia il lavoro nero); soprattutto è inutile, perché genera poche entrate. Facciamo un esempio. Dal sito della Polizia di Stato si apprende che, tra bolli ecc, il costo della domanda (per soggiorni superiori ai 90 giorni) è di 72,12 Euro. Se il nuovo balzello sarà di 200 euro, il costo passerà a 272,12 euro,un aumento del 277%. L’ISTAT ci informa che al 1 gennaio 2007 c’erano in Italia 2.414.677 immigrati dotati di permessi di soggiorno. Poiché la maggioranza dei permessi 2007 ha validità di due anni, la metà di questi verrà a scadenza nel 2009. A questi vanno aggiunti i permessi dei nuovi immigrati del 2008, circa 150.000 persone. Dalla somma otteniamo, tra permessi nuovi e da rinnovare, 1 milione 358mila domande di permesso nel 2009, a parità di prezzo. Ma se aumenta il prezzo, si riduce la domanda di rinnovi: alcuni immigrati sceglieranno la clandestinità. Quanti? Dipende dall’elasticità della domanda, cioè da quanto “sensibile” è la domanda di permessi al variare del prezzo. Assumiamo pure un’elasticità “bassa” (=0,05, tale che un aumento del 1% del prezzio riduca la domanda solo dello 0,05%). Si ottiene in questo caso che il balzello genera aumento dei clandestini di circa 188mila unità e un gettito fiscale di 257 milioni e 601mila euro (a cui si dovrebbe però dedurre la perdita di gettito dovuta all’aumento del “sommerso”). Questa somma rappresenta l’1,4% della spesa per auto blu della Pubblica Amministrazione nel 2008: rinunciando a 1,4 auto ogni 100,il governo otterrebbe altrettanto gettito, senza incentivare la clandestinità!
Salve professore, sono uno studente del primo anno del LMEC.
Sono completamente d’accordo sul fatto che un aumento delle tasse abbia come naturale conseguenza un aumento della clandestinità, tuttavia volevo chiedere cosa pensasse riguardo alla situazione dei lavoratori italiani.
In generale infatti, dato l’elevato grado di evasione fiscale nel nostro paese, quando il governo alza le tasse, sono anche in questo caso i regolari lavoratori italiani a prendersi l’onere di tale provvedimento.
Possiamo, quindi, affermare che questo problema sia il risultato della scarsa capacità italiana nel “enforce” la legge?
salve. il problema dell’evasione fiscale è complicato. Ci sono aspetti di enforcement, di political economy (il consenso elettorale degli evasori) e di moralità pubblica che si intrecciano
salve paolo. mi complimento per l'analisi molto dettagliata. Mi lascia sempre molto perplesso l'approccio all'immigrazione. Al di là di qualunque considerazione morale, l'afflusso di lavoratori stranieri mi pare un fatto molto positivo sia economicamente che demograficamente: visto che la piramide è ormai un "cilindro" se già non è rovesciata, per evitare il default del sistema previdenziale non mi sembrano ci siano alternative all'importazione di lavoro.