Rispondo ai commenti dei numerosi lettori del mio post che ringrazio (anche perché, almeno fino ad ora, il numero dei “mi piace” sommato a quello dei commenti positivi è maggiore di quello delle critiche e degli insulti). Riassumo per argomenti le principali critiche:
- ipse dixit: gli argomenti si valutano in base alla loro validità e non in base a chi li propone.
Giusto.Se i lettori che hanno sollevato questa critica avessero letto con attenzione il mio post non sarebbe sfuggito loro che esso si concludeva con la frase: ….Questo NON vuole dire che che l’uno abbia ragione e l’altra torto.
Significa solo che il primo ha una reputazione internazionale e l’altra
no. Bisogna saperlo. Non dirlo è pessima, pessima informazione
Il punto, che ribadisco, è questo: le discipline scientifiche sono tali perché esiste un controllo della comunità scientifica (peer review) su quello che vale e quello che non vale all’interno della disciplina. Per questa ragione le riviste internazionali hanno dei ranking fra loro molto diversi: pubblicare in una rivista molto prestigiosa è compito molto difficile che richiede spesso anni di lavoro ed ha esito incerto; dunque le pubblicazioni su diverse riviste hanno diverso peso (a seconda della qualità della rivista e del numero di citazioni che ricevono); i loro autori di conseguenza hanno diversa reputazione. Nelle più grandi Università di tutto il mondo, in tutte le discipline, insegnano i professori più bravi, quelli che hanno le pubblicazioni migliori e godono di una reputazione internazionale. I più bravi, almeno nelle Università private, sono anche pagati molto di più, perché attraggono finanziamenti, fondi di ricerca ed i migliori studenti da tutto il mondo. Per questa ragione esistono professori e Università di serie A, B, C etc. allo stesso modo in cui esistono calciatori che giocano in prima, seconda, terza divisione etc. Può non piacere, ma è così.
Purtroppo la posizione italiana nelle graduatorie internazionali di economia è sconfortante. Secondo i criteri dell’ Università di Tilburg, solo la Bocconi (64 posto) e Bologna (84) compaiono entro le prime 100 posizioni. Secondo IDEAS , il dabase internazionale sulle pubblicazioni economiche , vi rientrano Roma Tor Vergata (79ma) e Bologna (92ma) con la Bocconi (il Dipartimento) che segue distanziata. Nessun altra Università italiana, per quanto mi è consta, è menzionata per le scienze economiche. Dunque, non sono io che attribuisco patenti a destra e a manca: queste patenti esistono per tutti coloro che si sottopongono al vaglio della comunità scientifica. Per i colleghi di Bologna, per quelli di Pescara e per gli altri: scandalizzarsi perchè questo viene ricordato non rende un buon servizio alla trasparenza (e soprattutto non serve a far dimenticare un curriculum scientifico mediocre). E’ doveroso che gli studenti conoscano (ma la conoscono!) qual’è la produttività scientifica dei professori i cui stipendi sono pagati dai contribuenti e dalle loro rette.
- ha difeso Boldrin e le sue tesi!
Chiunque legga il mio post vedrà che non non ho sposato né criticato le tesi di chicchessia. Proprio non mi interessa. Mi sono limitato a rilevare che la reputazione internazionale è una cosa seria ed il pubblico va informato sulle credenziali di chi, davanti a milioni di spettatori, viene proposto (o spacciato) come “esperto” di una materia scientifica. Dunque caso mai “me la sono presa” con il giornalista, Formigli. Chi non è d’accordo con Boldrin o con la Napoleoni, si rivolga ai suddetti.
- ha cambiato opinione sull’Euro!
Questa è l’accusa più bizzarra! Il mio post, non a caso intitolato “Todos Caballeros” non parla di Euro, ma delle produttività scientifica degli “esperti”. Capisco che sia un tema doloroso per alcuni, ma tant’è.
A proposito dell’ Euro, ho scritto le mie opinioni in varie sedi scientifiche e divulgative dal 1995. Sono stato e rimango critico verso il processo che ha introdotto l’Euro. Mi limito qui a dire che l’idea che l’Euro ci avrebbe salvati era una stupidaggine, ma anche la scelta di rimanere fuori dall’Euro avrebbe comportato costi elevati; aggiungo che l’idea che tutti i nostri mali discendano dall’Euro, col suo corollario che tornando alla lira questi mali si risoverebbero da soli, è una boiata pazzesca. Mi riservo di argomentare queste affermazioni altrove. E’ una posizione troppo complicata? Il mestiere di economista è complicato. Chi vende certezze fa un altro mestiere.
Ribadisco: parlare di Euro nei commenti al mio post serve solo a sviare l’attenzione sul tema che ho posto suscitando piccate reazioni: la credibilità dei cosiddetti “esperti” .
Le piace vincere facile? …manca il tasto "non mi piace"
Professore lei ha scritto cose bellissime di economia in inglese, ma in Italiano, con questi due ultimi post è partito male e sta finendo peggio.Se il suo precedente post si fosse limitato a quello che qui descrive, cioè un confronto fra i CV accademici di Boldrin e della napoleoni, non ci sarebbe niente da eccepire ed il suo punto di vista poteva essere condivisibile o meno.Invece in maniera scorretta, lei ha buttato dentro, fra le righe, un riferimento a qualche professore di Pescara e a chi apprezza l'arte, che in tutto il discorso non c'entravano una beata FAVA; a meno che non reputi i suoi lettori degli idioti, il riferimento scorretto e gratuito nei confronti del professore di Pescara e dell'appassionato di arte che senso avevano? NESSUNO! PURA E STUPIDA CATTIVERIA! Complimenti per la sua alta morale!
Certamente, è proprio così.
Un discorso campato per aria, il numero delle pubblicazioni referenziate a prescindere dall'argomento di cui trattano come strumento della valutazione dell'attendibilità personale del presunto esperto e, ovviamente, nonostante l'ipocrita negazione, dei suoi argomenti, per giustificare un intervento diretto in un caso specifico, quello di un confronto in una trasmissione televisiva che il professore neppure sapeva come si chiamasse, evidentemente a difesa di uno dei due ospiti, cioé di quello che dal confronto era uscito con le ossa rotte sia per l'evidente maleducazione che per l'evidente ignoranza (o colpevole falsificazione) di dati di fatto.
Il tutto cogliendo l'occasione per insultare gratuitamente due colleghi, non solo non entrando nel merito delle loro argomentazioni come sarebbe stato doveroso secondo una deontologia professionale che esiste per tutti ma evidentemente non per certi economisti, ma in più con la vigliaccata di non citarli neppure con nome e cognome.
Avevo inserito questo blog tra quelli da leggere, sulla base della presunta autorevolezza del suo autore, in realtà derivata da quella di Roubini, purtroppo ora non riesco a capire come fare per farlo scomparire dalla mia vista. 🙂
Aggiungo una postilla per dire che intervengo solo perché ho trovato molto convincenti le parole di un certo Pietro Verri che verso la fine del Settecento indicava come "primo passo per guidare una nazione schiava allo stato della libertà" il "far nascere un principio di onore, […], un pubblico ribrezzo al tradimento, un senso morale, insomma un culto pubblico di virtù, la quale presuppone una generale cognizione di principj".
In definitiva questo mio commento, come quello precedente, contiene un solo messaggio: si vergogni!
i costi dell'uscita dall'euro sarebbero elevati tipo abbassamento tassi di interesse reali, crescita occupazione, ripresa investimenti, riqualificazione PA e servizi pubblici e infine la riconquista della democrazia.
uhmmmmm
Effettivamente sono rischi che sconsiglierei di prendere!
> il numero dei "mi piace" sommato a quello dei commenti positivi è maggiore di
> quello delle critiche e degli insulti)
Uhmmm mi sono divertito molto a leggere tutti i post che l'hanno puntualmente e categoricamente massacrata e seppellita… Bellissimo ora se ne esce che quelli positivi sono più dei negativi?
Lei è davvero un grande, continuate così, siete esilaranti!
incredidibile davvero…non ce ne uno (neanche uno!) di commento positivo….mi fa fino tenerezza..
Egregio,
L'economia non e' una scienza… non e' riproducibile in laboratorio, le equazioni utilizzate provengono da "modelli approssimati"; ogni tanto la realta' si fa' beffe di questi modelli "scientifici" e succede l'imprevisto (Greenspan flaw docet).
Il mio punto e': L'economia va riportata alla sua essenza – lo scambio di merci e servizi e va ri-messa al servizio del bene comune – quindi tolta di mano alle conventicole di espertissimi che guardo caso fanno sempre + ricchi i banchieri. Deve servire allo scopo che una comunita' si prefigge non alla perversa goduria di un bankiere nel vedere il suo bel grafico piatto o in salita (mentre la gente si spara).
Il "mercato" ha funzionato perche' la "crescita" era il "demiurgo" che facendo felice il bankiere generava anche benessere per la comunita'.
ULTIME NOTIZIE: non possiamo continuare a crescere (mi riferisco alla vera crescita che vuole dire + consumo + energia etc… no a quella delle monete di carta) adesso il demiurgo e' morto…. che si fa'?
Avevo segnato il suo blog tra i miei preferiti
Dopo l'attacco gratuito che ha fatto alla Napoleoni e Bagnai non la leggerò più
Addio
" aggiungo che l'idea che tutti i nostri mali discendano dall'Euro, col suo corollario che tornando alla lira questi mali si risoverebbero da soli, è una boiata pazzesca. Mi riservo di argomentare queste affermazioni altrove."
Cortesemente, mi potrebbe indicare dove intende argomentare le affermazioni? Sarei molto interessato a leggerle o ad ascoltarle.
Grazie, un saluto,
Federico
Mi unisco alla cortese richiesta. Sarebbe la prima vota che riuscirei ad imbattermi in argomentate e autorevoli ragioni di permanenza e sarei davvero felice di potermi formare un'opinione il più possibile completa, negli ovvi limiti della mia incompetenza in materia. Aggiungo che questo potrebbe dare vita ad un dibattito maturo (e pubblicamente accessibile) tra esperti e scevro da spot terroristici, che a questo punto mi sembra sempre meno eludibile, se mai fosse stato meritorio eluderlo.
Grazie mille
PS: mi permetto di aggiungere che le argomentate posizioni che sostengono l'uscita come soluzione maggiormente auspicabile, quelle davvero argomentate, non profetizzano la risoluzione panacetica di tutti i mali.
Si, infatti io non ho mai sentito il professore di Pescara dire che uscire dall' euro sarebbe la panacea di tutti i mali, ma piuttosto gli ho sentito dire che è condizione imprescindibile, che necessiterà di riforme dello stato ( banca d' Italia, titolo quinto, movimento di capitali, sistema bancario) e che inevitabilmente ci saranno dei costi, ma se devo scegliere tra stare chiuso nella cabina del Titanic e buttarmi nel mare ghiacciato, scelgo quest' ultima, voglio darmi una chance.
Non so se l'economia è complicata, forse vi fa piacere pensarla così, in definitiva non me ne frega nulla.
Lei infatti, come Boldrin, nel suo post fa politica. E di politica se permette ne parliamo tutti, visto che dalle boiate pazzesche ammantate di finta complessità che hanno guidato l'unione europea negli ultimi 30 anni ne conseguono suicidi, disperazione, dissoluzione di democrazia e di sovranità popolare,ecc.ecc.
Sto ancora aspettando il sequel a "è una storia lunga…". Lo faccia nelle sedi che ritiene più opportune. Se apre un blog immagino abbia anche il gusto della divulgazione e, sono certo, dell'onestà intellettuale.Quella che non difetta al professore oggetto del suo malcelato sarcasmo, Bagnai, che non ha mai, ripeto mai, sottaciuto la valenza scientifica degli economisti di cui contesta le argomentazioni, né preteso di professare un verbo nuovo, ripetendo fino alla nausea di rifarsi ad autori di chiara fama.
Oggi non c'è un economista che non dica che l'euro gli fa schifo. Bravi, è un passo avanti. Dato atto che lei lo ha sostenuto in tempi non sospetti (lo so da un anno, grazie a Bagnai), a me pare che più di qualcuno, all'ombra del mainstream, ha lucrato onori e carriera, al netto delle sue indubbie capacità professionali. Ma vede, io mi sono rotto di pensare che il destino di schiavo malpagato sia ineluttabile perché me lo dice un prof con un prestigioso cv internazionale. E credo di non essere il solo.
Nel suo conteggio dove somma "Mi piace" con i "commenti positivi" (decisi da lei) mi conti pure tra i "Non mi piace" (che guarda caso non c'è) e i commenti negativi. Se nei suoi articoli di economia fa i conti in questo modo presto Bologna uscirà dalle prime 100 università di Economia. P.S. Che bella internet: ho rifatto i conti nei commenti del suo post precedente (senza sommare i "Mi piace" con i commenti positivi, che sicuramente sono insiemi a interzezione non nulla) e tutti possono contrallare che stiamo circa 70% a 20% (10% non valutabile con certezza). P.P.S. Il 70% era di commenti negativi, ovviamente. Cordiali saluti… Che bella internet, non puoi dire una balla che ti sputtani da solo!
Non entro assolutamente nel merito delle questioni economiche (non ho le competenze per farlo).
Indubbiamente il Prof. Bagnai ha avuto il merito di portare la questione della moneta unica all’attenzione di un pubblico più ampio di quello degli specialisti.
Comunque le criticità, come Bagnai stesso riconosce, oltre che da “giganti sulle cui spalle egli è semplicemente salito” (come afferma con la sua consueta modestia), erano evidenziate da numerosi economisti italiani (Manasse, Cesaratto, Brancaccio, Zezza, Giacché etc: tutti personaggi che agiscono certamente con minor “clamore”).
Sta di fatto che adesso il Prof. Bagnai ha fatto della questione – in buona fede o meno, complice la crescente “notorietà” – una Guerra Santa personale, propalando il Verbo Urbi et Orbi e non lesinando veri e propri insulti (tipici della boria spocchiosa del personaggio) non solo a chi lo critica ma anche a chi, ai suoi occhi, possa quanto meno intralciare la sua Opera di novello Salvatore della Patria.
In ciò è aiutato, oltre che dalle indubbie capacità scientifiche, da un’ampia erudizione che non tralascia mai di evidenziare (dimenticando però che “Anche la scienza degli eruditi è una ricchezza vana, ed è appunto di loro che Iddio parla quando dice «E tuttavia la maggior parte degli uomini non sa [Corano XXX, 6]»), rafforzata dal sarcasmo toscano (“…suggerisco ai prossimi spiritosi di ricordarsi che io sono italiano, e sono nato a Firenze”) e dal sarcasmo romano (romanesco), tipico di chi ha visto e vissuto tutto e ci ammisce la propria saggezza millenaria (”beato te che nun capisci un cazzo….”.
Una considerazione sul CV, su chi c’è l’ha più lungo, sullo “…stavvi Manasse “ etc; constato che è strano che Bagnai citi spesso e volentieri Ideas ed altri siti di ranking internazionale, ma che adesso CV, ranking etc abbiano valenza relativa: rilevo solo che il Prof. Manasse nel ranking Ideas è al Top 10%
http://ideas.repec.org/top/top.person.all.html
Ella, caro Prof. Manasse, ha avuto il torto di commettere reato di lesa Maestà ed ora ne paga le conseguenze, avendo attirato in casa propria orde di “fedeli alla linea” (una frase tipica dei commentatori/seguaci di Bagnai è “siamo in guerra”), investiti anch’essi dall’ardua impresa.
Prof. Manasse, non so se nella "ardua lotta" con un cotale personaggio Ella dovrà "soccombere": di sicuro, a leggere gli insulti ricevuti, Ella è risultato perdente in quella coi troll http://storify.com/maurovanetti/primus-inter-trolles
Ci dica la verità caro Alias, lei in realtà è Mauro Vanetti, il marxista leninista di Wu Ming Fundation http://www.wumingfoundation.com/giap/ .
Se così fosse nulla da eccepire, ci mancherebbe, ognuno è libero di portare avanti le proprie battaglie come meglio crede; anzi direi che in fondo il suo impegno, che sembra quasi fuori dalla storia, è assolutamente da ammirare.Se poi fosse proprio lei le chiedo di inviare un link dove poter leggere le sue critiche alle posizioni di Bagnai, in modo da poter valutare la qualità delle sue argomentazioni.
In ogni caso ciò che non mi torna del suo ragionamento è che lei invece di entrare nel merito della discussione, che glie lo ricordo è partita da delle immotivate offese fatte dal prof. Manasse (tra l'altro più volte citato in maniera assolutamente positiva da Bagnai) nei confronti della Napoleoni, di Bagnai e di Borghi, fa tutto un panegirico per dirci che il "prof. di Pescara" è un egocentrico, un "novello salvatore della patria" più o meno in buona fede (sic!), insomma un megalomane forse anche un po' narciso. Ora, ognuno è libero di dire ciò che meglio gli aggrada, ma queste sono opinioni personali, dettate magari da qualche screzio di carattere personale, che non c'entrano assolutamente nulla con l'oggetto del contendere.
Tutto ciò premesso le chiedo di esprimere una critica nel merito alla posizione presa da Bagnai in questo preciso contesto, evidenziando dove avrebbe sbagliato nella risposta data al prof. Manasse.
Infine, al prof. Manasse vorrei dire che mi dispiace molto che non abbia accettato il mio consiglio di lasciar perdere e accettare la piccata risposta di Bagnai, perchè aveva evidentemente preso un granchio, e che in caso contrario non avrebbe fatto altro che peggiorare la situazione. Cosa che si è puntualmente verificata con questo tristissimo post.
Leggo solo ora (mesi dopo) che vengo nominato su questo blog, che non ho mai visitato prima. Non sono Alias, che non so chi sia. Sono marxista, sono leninista, ma non sono "marxista-leninista", espressione utilizzata da alcune correnti del movimento comunista dalle quali sono molto lontano.
Cordiali saluti.
Anche io vorrei poter leggere/ascoltare le argomentazioni a cui fa riferimento nel suo post.
Cordialita'
Cristiano Streppa
@Alias
il prof Bagnai spocchioso, embé?
il professore prima di tutto è un partigiano.
e questa è la differenza sostanziale. Il resto sono chiacchiere e fuffa.
o lei non crede che i trattati dell'UE siano fascisti oppure ci crede.
se uno ci crede e li INSULTA allora avrà i suoi nemici e le sue battaglie.
e il senso dell'essere partigiani sarà vivo.
perché sa, come ci insegna Churchill (non Churchill ministro dell'economia..) è che con i nazisti e Hitler no si tratta..
sì, con l'euro per come la vediamo noi non si tratta.
rispondendo al prof. Manasse e la pagliacciata sui costi dell'uscita dell'euro (o, come se quelli per starci non siano decupli).. se uno ha un cancro prova ad estirparselo e combatterlo.
l'euro è cancro vivo nella vita di interi popoli.
ancora
o si sta dalla parte della costituzione e quindi a favore della democrazia e allora CONTRO la UE e l'€ oppure si è dall'altra parte.
le vie intermedie sono solo quelle o degli impavidi o degli opportunisti (o per i deficienti.. aggiungiamoci tutte le categorie del mondo).
la questione per me è semplice: se il vincolo esterno NELLA STORIA ha sempre prodotto gli stessi risultati in termini economici e sociali allora siamo di fronte ad una visione fascista del mondo.
e nella costituzione non mi pare ci siano visioni fasciste.
essere a favore dell'euro significa essere eversivi o sovversivi (dipende dal lato della questione).
non concorda con lo spocchioso Bagnai?
Bagnai non accetta critiche? ahahhahahahahhahahahahhaha
@valsandra
esattamente. Le prospettive sono tutt'altro che rosee.
La scelta non e' tra un mondo fantastico dentro l'eurozona e l'uscita dall'euro con i relativi costi.
La scelta e' tra un suicidio sicuro e un riparo in calcio d'angolo.
E' come avere un tumore ed invece di asportare l'organo infetto, stiamo qui ad aspettare all'infinito che venga trovata la cura.
Professore,
Non si stanca mai di fare autogol ? Nel Ranking io vedo solo università Americane ed Inglesi (per il 95% almeno) Embè ? Sai la novità ? Questo dimostrerebbe che l' università di Pescara è di serie C ?
Il prof. Bagnai ha ripetuto allo sfinimento che non dice niente di originale ma è tutto frutto di ricercatori ( guarda caso che provvengono proprio da quelle università americane ed inglesi, incidentalmente qualche premio Nobel) ultraortodossi, con puntuali riferimenti e citazioni.
Quelli che ce l' hanno lungo ( il CV) Se come dice lei meglio farsi operare dallo specialista, preferisco per il mio povero gionocchio, affidarmi all' ortopedico del piano di sopra piuttosto che al ginecologo luminare con 200 pubblicazioni internazionali, ed il Sig Boldrin ce l' avrà pure lungo ( il CV) ma non si occupa a tempo pieno di macroeconomia internazionale, aree valutarie ottimali, sostenibilità del debito, unioni monetarie, non per niente in quel video, infila una serie di svarioni imbarazzanti come la svalutazione del '92 al 12 % che potrei confutare io, senza avercelo lungo, solo per averla vissuta direttamente.
Per ultimo ma non meno importante, il continuo tentativo di screditare colleghi che hanno opinioni diverse dalle sue, facendo leva su argomenti miserevoli, come Curriculum vitae e università di provvenienza dà la misura del suo spessore morale e della pochezza delle sue argomentazioni.
Fossi un suo studente avrei seri problemi a farmi dare lezioni da lei.
Cordialmente.
A dire il vero se noi, unici, avessimo avuto la Lira e il resto d'Europa avesse avuto l'Euro, in questi 12 anni avremmo fatto affari d'oro. Oltre che, naturalmente, uscire un pezzo prima dalla crisi finanziaria e risparmiarci la crisi dell'Euro.
Con una Lira svalutata rispetto all'Euro e un'Europa intera dotata di una moneta sopravvalutata, ce la mangiavamo la Germania.
Che sia per questo che siamo stati "ammessi nel club" pur non avendo le carte in regola, secondo Maastricht?
La storia che fuori dall'Euro, in questi anni saremmo morti, non sta in piedi. E l'ho capito io che faccio l'imprenditore, figuriamoci Lei, che è un luminare.
Ah, da buon imprenditore di un'azienda meccanica, ho già pronto il frizzantino per quando si uscirà.
Anche io che sono un piccolissimo imprenditore non aspetto altro.
ma certo carissimi €uroscettici (cattivoni), eccovi serviti:
“un’Italia fuori dall’euro farebbe una concorrenza rovinosa all’industria tedesca. L’Italia deve quindi essere subito parte dell’euro, alle stesse condizioni degli altri partner”.
Helmut Kohl – 1996
http://icebergfinanza.finanza.com/2012/02/29/germania-grazie-di-tutto-quello-che-fai-per-noi
egregio prof.
prima di tutto, secondo il suo metro, dovrebbe verificare quali citazioni e qualifiche possono fornire i "mi piace" rispetto agli autori di critiche.
Personalmente tenterei di disintossicarmi dall'economia se questa non si intromettesse continuamente nella mia vita (carrello della spesa, stipendio, ecc.).
Ha ragione a considerare il consensus, anche se il metro delle cattedre e delle citazioni tra "professionisti" è un pò viziato, a cominciare dalle cattedre che, soprattutto in Italia, non sempre seguono le competenze.
Ci sono accademici che tentano di uscire dal palazzo e spiegarla a gente come noi (non professionisti ma nemmeno decerebrati), costruendosi un consensus altro rispetto al giro di citazioni endogamiche che lei annovera.
Bagnai sarà anche uno str-onosiuto, visto il numero di mosconi neri che si è alzato in volo da quando l’ha pestato, ma è grazie lui (che onestamente seleziona e cita i lavori degli altri tentando di renderli al volgo) che noi conosciamo i lavori di Manasse. Lavori che ho apprezzato e che parlano dei problemi mortali creati dalla rigidità del cambio: “Because the joint effects of short maturity, political uncertainty, and relatively fixed exchange rates make a liquidity crisis much more likely than a solvency crisis”.
Se, come dice Boldrin, il problema è questo debito pubblico bruttoecorrotto allora bisogna agire immediatamente sulla spesa pubblicainutileimproduttiva; che ne dice di cominciare da qualche accademico così geloso del proprio “Glasperlenspiel” da non volere essere disturbato da questuanti (non addetti ai lavori) di strada?
Mi permetto di postare la mia modesta opinione.
Io credo che il Professore sia in sostanziale buona fede. Egli, sostanzialmente, raccomanda che, nel corso dei dibattiti, si evidenzi anche il curriculum dei partecipanti ed il prestigio dell'università dalla quale provengono o insegnano. Ciò al fine di consentire a chi ascolta la formazione di un convicimento più genuino. Ed a prima vista potrebbe sembrare una raccomandazione perfino opportuna: il "pedigree" di qualcuno non dirà tutto, ma dice sicuramente qualcosa! Ed è giusto portare a conoscenza dell'opinione pubblica anche quel qualcosa (quod abundat non viziat)…
Tuttavia, mi permetto di far notare che ciò che si vuole sottolineare rischia, nei fatti, di non avere il valore aggiunto sperato.
Nella sua celebre "Arte di ottenere ragione", Schopenhauer individua due tipi di argomentazione dialettica: quella sulla vera natura dell'oggetto del contendere (ad rem), e quella che, invece, "sposta" la controversia su presunte inadeguatezze e/o contraddizioni dell'avversario (ad hominem). Lo scopo dell'argomentazione "ad hominem" è evidente e a tale tipologia, a ben vedere, sembra rientrare lo scottante argomento dei "curricula". Ad esempio: Tizio sembra non avere ragione rispetto a Caio, ma tenete però conto che ha un curriculum più nutrito e viene da un'Università migliore. L'ascoltatore, specie se dotato -come chi scrive, del resto- di conoscenze generiche, viene istintivamente portato a credere che le argomentazioni sostenute da Tizio siano più "credibili" di quelle di Caio in quanto "sostenute" da una carriera accademica più proficua. E per ciò solo più veritiere.
Ora: proprio perché propugnata in buona fede, questa argomentazione dei curricula rischia di avere, ad avviso di chi scrive, un effetto pratico clamorosamente contraddittorio. Partendo dal nobile intento di stimolare lo spirito critico degli "uditores" (ossia di chi ascolta), si finisce infatti per inibirlo (è l'effetto "fisiologico" di qualsiasi argomentazione "ad hominem"! A prescindere dall'animus di chi se ne serve), e, nel caso di specie, orientarlo ad avallare tesi che, ancorché propugnate da persona dai rispettabili trascorsi, appaiono (anche ad avviso dello stesso Professore, mi par di capire), fortemente discutibili.
Se il fine è quello di una corretta divulgazione, forse conviene riflettere. In questo caso, infatti, non sempre è vero che "quod abundat non viziat"……
P.S. A beneficio degli "uditores" preciso di non avere alcuna pubblicazione alle spalle, nè un diploma di laurea. Il mio curriculum si ferma alla maturità scientifica.
Personalmente non me ne vergogno. Credo infatti che la serena accettazione dei propri limiti (anche intellettuali, ed oggettivamente ne avevo, altrimenti avrei condotto a termine con successo i miei studi), sia la più importante dimostrazione della maturità di un uomo.
Anche sotto questo aspetto, ahimè, "l'ossessione per il curriculum", rischia di produrre effetti negativi. Come dimostrato, del resto, dalle recenti vicende che hanno visto coinvolto un noto esponente politico che voleva "fermare il declino"…….
No, Prof. Manasse, decisamente la pezza è peggio del buco…
Se adesso vuol far credere che il suo discorso, tendente evidentemente a sminuire quanto detto dalla Napoleoni per soccorrere le, vogliamo dire inesattezze?, ma si via siamo buoni, inesattezze del Prof. Boldrin, era semplicemente un avvertenza a valutare i curricula ed il loro peso, beh non fa un favore a quest'ultimo.
Se infatti è vero che, quantitativamente il cv di Boldrin è nettamente superiore e prestigioso, è anche altrettanto palese che, basandosi sul suo cv, lo stesso non ha alcuna competenza in materia di Politica Economica e Politica Monetaria Internazionale e che, rispetto ad un Bagnai qualunque, egli è comunque scientificamente meno preparato ed assolutamente inesperto (nel senso etimologico stretto).
Praticamente è pari ad una Napoleoni qualunque…
No carissimo, il punto è che noi abbiamo letto benissimo il suo commento e ben interpretato la sua faziosità.
Cita Boldrin, Napoleoni e Pescara, ma non vuole dare giudizi, eh… figuriamoci!!! PER PURO CASO butta lì una "perla di anti-saggezza" che palesemente promuove una sorta di antico timore reverenziale e (auto) referenziale contrario al giudizio critico, anti-scientifico e offensivo per l'intelligenza umana in genere.
Ci ha proprio preso per deficienti?
Lei è semplicemente RIDICOLO e PENOSO nel suo ruolo di lacché di padroni prossimi al declino.
p.s.
Monti (rettore Bocconi) e Prodi (Università di Bologna) basterebbero a dimostrare che le classifiche e i curriculum contano pochino.
p.s. 2
sacrosante parole di Specchio: la pezza è peggio del buco. Mi stupiscono soprattutto la sua scarsissima capacità logica e la sua sua pochezza argomentativa.
Dimenticavo:
NON MI PIACE – NON MI PIACE – NON MI PIACE
Che tristezza, che squallore
Io rilevo solo, e con molto dispiacere, che il dibattito economico in italia si sia ridotto in una disputa da bar tra fazioni di tifosi avversi.
0 commenti in questo blog ad interessanti post economici, decine per una questione di bassissima (se non nulla) rilevanza.
Peccato
Gianluca Frattini
Concordo pienamente con Lei!
La verità, però, va detta per intero, sig. Frattini. I dibattiti da bar sport non nascono da soli, ma sono generati -a monte- da affermazioni e considerazioni da bar sport. E -mi spiace dirlo- quella sui curricula lo è.
Infatti, il problema non è soltanto sapere il curriculum di chi ci dice le cose, ma di essere ben informati. E le credenziali di chi informa sono condizione forse necessaria ma di sicuro non sufficiente allo scopo.
Anzi: le predette credenziali, potrebbero essere addirittura fuorvianti in certi contesti, inibendo lo spirito critico dell'ascoltatore medio a seguito dell'affidamento da lui riposto nell'autorità accademica di chi lo informa (la quale non lo trasforma, per ciò solo, nel detentore della verità assoluta).
Anche questa non è buona informazione. Ed era la problematica che intendevo porre, attinente all'oggetto del post e formulata in termini più che civili.
Peralro, se l'argomento non è "propriamente economico", in fondo basterebbe non parlarne dal principio….. I lettori sarebbero "automaticamente" indirizzati verso trattazioni di maggiore valenza. Immagino, sig. Frattini, che Lei ne convenga…..
Ma allora lo vede? E' la prova provata che ho ragione! Si parla di curricula al posto di parlare di economia, e -come Lei giustamente osserva- tutti si focalizzano lì, lei compreso!!! Poteva ignorare il discorso e concentrarsi su ben più nobili letture, eppure proprio qui, nel post "meno economico", si è sentito in dovere di intervenire…….
Colpa di chi commenta, allora?
No: colpa, e GRAVE COLPA (se posso prendermi la libertà di dirlo), di chi scrive!!! Allo stesso modo in cui mi fido della competenza dell'autista dell'autobus su cui viaggio la mattina, mi affido (nessuno può conoscere tutto lo scibile), alla competenza specifica ed all'onestà comunicativa di chi, tramite iniziative come questa, mira a favorire la formazione di conoscenze economiche al di fuori del mondo accademico (fosse il contrario, scriverebbe una monografia al posto di aprire un blog, le pare? Un blog non fa mica "titolo"…..).
Ma se assieme ai post tecnici vengono frammiste considerazioni come "todos caballeros", non mi si fa certo un favore, tutt'altro!!! La mia competenza generica mi indirizzerà infatti "istintivamente" verso il post che mi dice, con disarmante ma subdola semplicità che "Tizio ha un bel curriculum" (suggerendo implicitamente di fidarmi di lui "a scatola chiusa"), rispetto ad altri che necessitano, invece, di più di una lettura e richiedono, spesso, molti approfondimenti al fine di essere pienamente compresi). Con ciò favorendo un processo di disinformazione che, personalmente, non reputo auspicabile.
Le dò anche ragione su un'altra cosa. E' proprio un peccato……
premesso che questo non è un post tecnico e quindi..
seconda cosa: e chi se ne frega se siamo faziosi? per molti, tra cui io, l'euro è strumento egemone anticostituzionale.
e con certa gentaglia non ho proprio intenzione di mediare.
Certamente rimane l'educazione, il rispetto delle leggi (sempre da porte nostra visto che quelli le disapplicano come e quando vogliono).
queste "ramanzine" di pseudo sinistra chic si possono fare ad un bambino di 3 mesi.. ormai non attaccano più a chi non è poppante
Bel tentativo. Ha sprecato un'altra ottima occasione per stare zitto, dimostrando una certa ineleganza.
Per evidenziare comunque sia l'aurevolezza di un divulgatore inizio a pensare che sia pessima informazione anche evitare di ammettere che, effettivamente, il suo blog non è particolarmente frequentato, non desta interesse, ma stranamente fa le sue ospitate.
Personalmente speravo di leggere qualcosa di interessante scritto da lei anche in italiano, ma tant'è.
Caro Manasse, lei sarà anche economista-caballero, ma sta dimostrando una pochezza intellettuale veramente rara.
Prima fa un post totalmente inutile in cui ci viene a spiegare che Boldrin ce l'ha più lungo della Napoleoni (il cv). Con la postilla da (presunto) furbetto che questo NON vuol dire che Boldrin abbia ragione.
Grazie per l'informazione, ma a noi non ce ne fregava nulla, dato che tutti i non caballeros con più di un neurone hanno capito che Boldrin sul tema euro spara sciocchezze a nastro, a differenza di chi racconta le cose come stanno.
Poi, non contento della figura di palta rimediata, si permette di attribuire agli "altri" l'affermazione secondo cui TUTTI i nostri mali discendano dall'euro, trucchetto dialettico da quattro soldi, che ormai neanche il più sprovveduto dei piddini si permette di utilizzare.
Mah, che tristezza…
Caro professore Manasse, detta in modo volgare "E' LA RETE BELLEZZA" e la rete non perdona.
La prenda in in un altro modo, in rete c'è di tutto ed il contrario di tutto, provi ad argomentare in modo che anche chi ha il curriculum corto, certe cose possano capirle, tutta questa gente è incaz..atissima perchè gli stanno rovinando il futuro e non vede nessuna via d'uscita e con il supporto della rete cerca d'informarsi e trovare una qualche via d'uscita, che non sia la solita propinata dai mass-media.
Qui in rete il curriculum lungo o corto non conta niente, conta la credibilità intellettuale e la disonestà viene immediatamente messa alla berlina, qui in rete uno vale uno.
Mah! Io so solo che un oscuro impiegato dell'ufficio brevetti di Berna, diplomatosi al politecnico di Zurigo con il non eccelso voto di 4,9/6 (equivalente a un risicato 90/110), iniziò, nel 1905, a pubblicare i suoi lavori, alcuni dei quali proponevano spiegazioni dei fenomeni relativi al movimento di corpi carichi elettricamente, e delle loro interazioni con il campo elettromagnetico, che demolivano le concezioni dominanti di "riferimento assoluto" e di "etere", sulle quali poggiava la fisica mainstream ottocentesca. Ebbene, da quanto mi risulta nessuno utilizzò l'argomento "oscuro impiegato dell'ufficio brevetti" per contestare i suoi lavori.
Forse perché la fisica è una scienza dura, mentre la macroeconomia non lo è? Oppure perché, quando le implicazioni di una teoria scientifica investono concreti e corposi interessi economici, la libertà di pensiero finisce con l'essere fortemente condizionata? Propendo per la seconda spiegazione, anche alla luce del fatto che la stessa ricerca in ambito fisico, da quando ha iniziato ad avere strettissimi legami con il denaro, la politica, gli armamenti… sembra aver perso parecchia della sua libertà.
Ricordo che, quando si polemizzava sull'opportunità o meno di tornare al nucleare, anche a me è capitato di sentirmi chiedere "chi sei tu, oscuro ingegnere di provincia, per contestare le opinioni del famoso e blasonato prof. xxxx?". Nel mio piccolo mi sono abbastanza arrabbiato…
Mmm… la critica più profonda che mi sento di avanzare è che "qual è" andrebbe scritto senza apostrofo.
Tagliatore (laureato?)
Mentre "Nessun altra" andrebbe scritto con l'apostrofo… pare confuso… ma mi riservo di argomentare queste regole altrove. È (e non " E' ") una posizione troppo complicata? La lingua italiana è complicata.
Silvia (licenza elementare?)
La replica la sintetizzerei così: "l'economia è business e nel business la cifra d'affari è l'unica misura rilevante".
E l'etica? In medicina esiste il giuramento d'Ippocrate.
Per gli economisti qual è la base etica minima condivisa?
Eppure, invero, la disciplina si chiama "Economia Politica" e la seconda parola è qualificativa della materia sociale che ne vivifica l'essenza.
Mi dis-piace, non mi ha convinto.
Io sono dell'idea, che, al di là delle lauree e dei titoli accademici, alcune cose, al popolo, non si possono far proprio bere.
Il fatto che l'euro sia un fallimento è dimostrato dai fatti.
E' dimostrato altresì che ci hanno riempito di menzogne.
MENZOGNA N.1: L'INFLAZIONE
Prima hanno detto che l'inflazione era la nostra nemica.
Trent'anni fa c'era un'inflazione moderata e sostenibile e l'economia volava.
Poi i nostri illuminati governanti hanno tentato in tutti i modi di combatterla, e il risultato è quello odierno.
Era meglio un po' di inflazione e un'economia che correva o la situazione attuale?
MENZOGNA N.2
IL DEBITO PUBBLICO E' UNA COSA NEGATIVA, DICONO I GOVERNI EUROPEI
Tutt'altro!
Innanzitutto il debito pubblico è sempre stato funzionale al benessere degli stati industrializzati, e finanzia infrastrutture , scuole, ospedali, welfare.
Quando esso è garantito dallo stato, come avveniva fino agli anni '90, ed ancora oggi avviene in Giappone esso è perfettamente sostenibile. Nell'italia di allora (come nel Giappone oggi, la banca centrale compra dal Ministero del tesoro i titoli in eccedenza, mettendoli al riparo dalle speculazioni.
Già negli anni '90 ci dissero che se il debito pubblico avrebbe superato il 100% del Pil, lo stato sarebbe andato in default.
A parte il fatto che non c'è alcuna relazione tra Pil e debito pubblico che faccia pervenire a tali ipotesi, è stato dimostrato che ciò era falso.
Il Giappone ha un debito pubblico del 230% e sta spendendo montagne di denaro per finanziare la sua crescita economica, ha una disoccupazione al 4%, ovvero bassa, in uno stato sovrappopolato che non ha risorse nè agricole, nè minerarie, vulcanico ed esposto a devastanti terremoti.
Il Fondo monetario internazionale ha dichiarato che questa spesa a debito è sostenibile.
MENZOGNA N.3
L'euro, si era detto, avrebbe portato prosperità e benessere.
MENZOGNA N.4
gli stati del sud europa sono indebitati e quelli del nord virtuosi.
Non è così. La Spagna ha un debito pubblico basso, la Germania ha un debito pubblico più alto di quello italiano, visto che non mette nel conteggio i deficit dei suoi Landers e di una società simile all'Iri che finanzia le attività produttive tedesche.
Perchè dunque, lei, professore, difende Monti?
A maggior ragione, se ritiene che il sistema euro sia una sciocchezza, perchè difende chi si spende per salvarlo, e denigra chi denuncia ciò che era ovvio sin dal principio?
E non creda di farci bere il fatto che uscire dall'euro sarebbe una catastrofe.
In che posizione, nei ranking che lei cita, è Krugman, premio nobel per l'economia?
Krugman dice che noi dovremmo uscire dall'euro al più presto.
Ragion per cui, anche se fosse solo una questione di titoli, io mi fido più di Krugman che di lei.
Sia più amico di noi popolino, e meno di ipocriti governanti che, saranno persone importanti sì, e potrà giovarle difenderli. Resta il fatto che stanno distruggendo intere economie.
Stia dalla parte nostra, che pur non essendo conveniente, è quella dei giusti.