Il nuovo rinvio dell’esborso della tranche da 44 miliardi dalla “troika” BCE, UE, IMF alla Grecia pone dei gravissimi problemi di natura economica e politica all’intera zona dell’Euro, ma anche al Fondo Monetario Internazionale.
- mette a rischio la solvibilità del sistema bancario greco per la cui ricapitalizzazione sono destinati circa la metà dei fondi
- apre la strada a nuove tensioni di contagio per Spagna e Italia, che sono ben lontani dall’essere “al sicuro” per ragioni legate al pessimo andamento dei fondamentali (rapporto debito pil e crescita) e per incertezze politiche
- destabilizza la tenuta del governo di Samaras che pure è riuscito a far approvare in Parlamento le nuove misure richieste in tema di tagli (13,5 miliardi) e di riforme del mercato del lavoro in una situazione di fortissime tensioni sociali
Source: zerohedge |
A differenza di quanto pubblicamente sostenuto dal ministro delle Finanze tedesco Schauble, il ritardo non può essere plausibilmente dovuto a ragioni tecniche, si cita il contrasto tra UE e IMF sui tempi (2020) e gli obiettivi (120%) di rapporto debito/pil da richiedere alla Grecia. Le ragioni sono politiche. Il rifiuto di accettare l’unico rimedio possibile, il taglio (haircut) al valore del debito, per due terzi in mano a EU, BCE e IMF, in cambio di privatizzazioni e di un programma di rientro credibile e distribuito nel tempo, si spiega con la prossimità delle elezioni tedesche di settembre 2013.
Il Fondo Monetario, in cui i paesi dell’Unione Europea sono già complessivamente gli azionisti di maggioranza, oggi farebbe bene a riconsiderare i termini della propria partecipazione alla troika (slitta trainata da tre cavalli in uso in Russia) . Se uno sei due cavalli (la UE) si rifiuta di correre o corre per i fatti suoi (segue un’agenda di politica interna), la slitta cappotta. La perdità di credibilità della Troika è ben illustrata dalla figura qui sopra. Le linee tratteggiate in rosso indicano le successive previsioni di crescita del PIL formulate dalla troika a partire daa 2007 fino al 2011. La linea continua in nero mostra la crescita effettiva del PIL. La comunità internazionale non può permettersi che le previsioni del Fondo diventino una barzelletta.
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