Appartengo alla schiera di quanti mal sopportano l’imbarbarimento del confronto politico che oramai da anni affligge il dibattito in Italia, dove spesso personalità politiche (ivi compresi coloro che ricoprono cariche istituzionali) ed i giornali che li fiancheggiano, sostituiscono l’aggressione e la demolizione dell’avversario al confronto delle opiniori. Le elezioni comunali di questi giorni, con in testa il Sindaco Moratti, hanno dato un brutto spettacolo. Eppure le parole sono pietre, soprattutto nei media. Ce lo dimostra un interessante studio di Della Vigna, Mironova, Petrova Zhuravskaya appena pubblicato nella collana dei National Bureau of Economic Research , “Uninteded Media Effects In A Conflict Environment: Serbian Radio and Croatian Nationalism“.
Gli autori considerano il caso di uno dei più sanguinosi recenti conflitti europei, quello tra Serbi e Croati nel periodo 1991-95, ed analizzano gli effetti avuti dalle trasmissioni radiofoniche della Radio Serba RTS, apertamente ostile ai Croati, sui residenti di villaggi Croati che, per motivi di vicinanza geografica, topografia o geologia, erano in grado si ricevere distintamente il segnale (Croati e Serbi parlano la stessa lingua, pur avendo diversi alfabeti). In particolare, lo studio considera gli effetti sulla propensione al voto per i partiti nazionalisti estremi, la partecipazione al voto, e le espressioni di odio e nazionalismo etnico anti-Serbo da parte dei Croati. I risultati mostrano che, anche dopo parecchi anni dalla fine del conflitto, la disponibilità del segnale radio ha significativamente accresciuto, tra il 4 ed il 5% il voto per i partiti nazionalisti più estremisti nelle elezioni Parlamentari croate del 2007. Inoltre, la frequenza con la quale si osservano graffiti anti-Serbi etnicamente offensivi è più elevata nei villaggi croati dove il segnale della radio serba era disponibile. In generale le trasmissioni della Radio Serbia hanno prodotto un aumento nel sentimento nazionalista estremista anti-Serbo nella popolazione Croata. Chi semina odio raccoglie tempesta