Quanto Costerebbe aiutare i nuovi disoccupati?


Il governo è al lavoro per definire i termini di un intervento straordinario a sostegno dell’economia italiana. Social card, riduzione delle imposte sul lavoro, sia a carico delle imprese che dei lavoratori, blocco delle tariffe, sostegni diretti alle imprese. E’ chiaro a tutti (si spera) che in questa fase la priorità debba essere il sostegno al reddito delle famiglie: i consumi rappresentano i due terzi del PIL e se si arrestano perché si perdono posti di lavoro si arresta l’economia.
Ma quanto costerebbe al bilancio pubblico integrare ad esempio il reddito di coloro che perderanno il posto di lavoro per la crisi? Possiamo permettercelo? Facciamo due calcoli. Ipotizziamo che la recessione duri un anno, e consista in una caduta del tasso di crescita del PIL dell’1%. La relazione tra crescita economica e disoccupazione è nota agli economisti come “la legge di Okun”, economista americano e professore a Yale. Per l’Italia questa legge suggerisce che quando la crescita rallenta di un punto, il tasso di disoccupazione aumenta di circa un punto e mezzo. Quindi la disoccupazione passerebbe dai 6,7 attuali all’8,2% creando 388mila nuovi disoccupati in un anno. Se il governo decidesse di integrare il reddito dei quanti perdono il posto di lavoro, diciamo con un assegno mensile di 500 euro, dovrebbe affrontare una spesa annuale aggiuntiva di 2,3 miliardi di euro, che rappresentano circa l’0,15% del PIL 2007 (circa 1535 miliardi). Nonostante il fardello del nostro debito pubblico e la pressione fiscale molto elevata, si tratta tutto sommato di un’ incremento di spesa modesto che, essendo mirato, permetterebbe di contrastare efficacemente la crisi in arrivo.