I primi risultati scrutinati, pari ad un terzo del totale, indicano Bersani al 44,3% , Renzi al 36,5%, Vendola al 15%, Puppato al 3% e a Tabacci 1,2%.
Renzi è stato penalizzato dalla retorica della rottamazione? Non si direbbe.
Dalla indagine del Centro Studi Elettorali dell’Università LUISS risulta che i tradizionali elettori del PD sono soprattutto gli ultra 56enni: rispetto ad una percentuale totale di elettori PD del 32% (nel sondaggio), votano PD il 37% degli elettori nella fascia di età 56-65 anni
(dati novembre 2011) ed il 39% degli elettori dai 66 anni in su. Molto più debole è invece il PD nelle fasce di età tra i 26-55 anni
Facciamo un esercizio: cosa sarebbe successo se alle primarie tutti i “giovani” elettori PD (18-45) avessero votato per Renzi e tutti i “vecchi” (46 in su
) per Bersani? Si può calcolare che in questo caso Bersani avrebbe ottenuto circa il 30% di voti più di Renzi. Stando alle proiezioni, invece, ne ha ottenuti solo il 21% (=44,3/36,5) in più. Dunque delle due (almeno) una: una quota rilevante di elettori tradizionali “vecchi” ha votato Renzi, o/e alle primarie hanno partecipato anche elettori di altri partiti. Questo apre nuovi scenari interessanti per il secondo turno.