Buona domanda. In fondo, sostiene l’Economist , entrambi i paesi hanno sistemi elettorali che danno il controllo assoluto dei candidati ai boss di partito, in entrambi i paesi l’economia va male e la disoccupazione giovanile è alle stelle, e in più la gerontocrazia in politica (e altrove) in Italia sembra soffocare sul nascere ogni ricambio generazionale. Il settimanale britannico offre 2 ragioni. 1) a differenza che in Spagna, da noi i giovani sono assuefatti (e rassegnati) a due decenni di bassa crescita;
2) le idee del liberismo economico sono merce rara al di fuori delle Business School, ed i giovani italiani non capiscono che i difensori del mercato del lavoro duale, quello che tutela completamente gli insiders a scarica flessibilità e precarietà solo sui giovani, sono in parte annidati proprio nei sondacati e di alcuni partiti della sinistra che a parole li appoggiano. A sostegno della tesi L’Economist cita un sondaggio secondo il quale l’occupazione maggiormente desiderata tra le persone di età compresa tra 26-40 è quella di impiegato pubblico. Credo che, ci sia del vero in questa tesi pur nella sua semplificazione. Ma c’è almeno un altro elemento che spiega la maggiore rassegnazione dei giovani italiani: sono pochi e contano poco (soprattutto dal punto di vista elettorale). In Spagna, per ogni persona nella fascia d’età 50-64 ce sono 2,3 di età tra i 25 -49. In Italia ce ne sono solo 1.89 (fonte: Eurostat, dati relativi al 2010).