Sarà il riflesso condizionato di un professore di economia, ma quando ho letto su Il Sole24 di oggi il testo dell’intervento del primo ministro Renzi alla trasmissione “A porta a porta” sugli effetti della correzione Istat del PIL che includerà le spese di ricerca e sviluppo ed i proventi di attività illecite, ammetto di aver provato un piccolo brivido lungo la schiena. Dice Renzi:
«C’avevo sperato (che la revisione portasse ad un aumento della crescita), ma è robetta. Qualcosa meglio sul
debito… C’avevo fatto la bocca ma Padoan mi ha spiegato che sulla crescita potrà avere
un’oscillazione positiva per l’anno di uno 0,1%, robetta. Potrebbe avere
qualche miglioramento il rapporto del debito sul Pil, dal 137 al 135%.
Ma sulla crescita non cambierà sostanzialmente niente»
Dal virgolettato si deduce che il primo Ministro confonde il valore del PIL con il suo tasso di crescita, (PIL – PIL-1) /PIL-1. Se una serie storica viene rivista, i cambiamenti si applicano ai dati nuovi e a quelli passati, e dunque il tasso di crescita rimane invariato. Ce ne si può stupire solo se non si ha la più pallida di che cosa sia un tasso di crescita. Il che mi preoccupa un po’…
PS: Alla luce delle (previste) dimissioni di Cottarelli, azzardo un’altra previsione: con un fedelissimo del Premier nel ruolo di commissario alla revisione della spesa, il Ministro Padoan, il cui peso specifico all’interno del governo sta convergendo rapidamente allo zero, lo seguirà presto.