Correttezza e trasparenza non sono di casa nel mondo familistico, colluso e opaco delle banche della Repubblica di San Marino, schiacciate da una montagna di crediti deteriorati. Le stime del Fondo Monetario Internazionale lasciano pochi dubbi sulla gravità’ della situazione: i crediti deteriorati (NPL) lordi alla fine del 2016 ammontano al 43% dei prestiti bancari e rappresentano circa il 113% del PIL di San Marino. La piccola repubblica e’ un paese tecnicamente fallito.
Nel suo ultimo rapporto (art IV, 2017) il Fondo Monetario dava sostegno all’iniziativa della Banca Centrale di San Marino di intraprendere un esame dei bilanci bancari per valutare la consistenza dei crediti deteriorati delle banche di San Marino. Scriveva
Directors stressed the importance of rehabilitating the banking system and dealing with the very high stock of nonperforming loans. They welcomed the central bank’s initiative to carry out an Asset Quality Review (AQR), noting that it is an important step in the process of putting the banking system on a solid footing. In this regard, Directors endorsed a multifaceted approach, entailing repairing banks’ balance sheets based on the AQR results, and removing remaining obstacles to NPL resolution, including regulatory, tax, and legal reforms to significantly reduce NPLs over the medium term. They emphasized that a credible strategy for Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino (CRSM) should be guided by AQR findings, and any restructuring plans should ensure long-term viability. At the same time, Directors supported the need to strengthen bank oversight to mitigate future risks, including revamping supervision and developing a robust macroprudential framework.
Ma i politici della piccola Repubblica sono corsi ai rimedi: invece che intraprendere la strada della trasparenza hanno cacciato il nuovo direttore generale della Banca Centrale di San Marino che aveva provato farla.