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Chissà perchè alcune notizie economiche “fanno notizia” e altre no. Tra quest’ultime ci sono i dati resi noti l’8 aprile dall’Istat su reddito e risparmio delle famiglie, dati che invece meritano una riflessione. Nel 2010 il potere d’acquisto delle famiglie (il reddito disponibile misurato a prezzi costanti, 2000) si è ridotto del 0,6 per cento rispetto all’anno precedente (nel 2009 la caduta era stata pari al 3,1 per cento), mentre la propensione al risparmio (il rapporto tra risparmio e reddito disponibile), si è ridotta di 1,3 punti rispetto all’anno precedente, attestandosi al 12,1 per cento. Il grafico qui sotto mette questi dati in prospettiva (clicca per ingrandire) :
il reddito delle famiglie (linea blu, milioni di euro, asse di sinistra, fonte: Istat) comincia ridursi dal 2008, con la crisi. Invece la caduta del risparmio (oltre 5 punti, vedi linea rossa, asse a destra) comincia prima, dal 2002 quando ancora il reddito disponibile stava aumentando.
E’ interessante confrontare l’andamento della propensione al risparmio con quella del rapporto debito pubblico PIL, aumentato da 103,6% del quarto trimestre del 2007 al 119,7% dell’ultimo trimestre del 2010.
Sembrerebbe proprio che i risparmiatori non si curino delle elevate imposte che saranno necessarie in futuro a ripagare il debito, o non possano farlo ( con buona pace della cosiddetta “equivalenza ricardiana“).