Nel marzo 2014, Carlo Cottarelli, commissario alla revisione della spesa nominato dal Governo Letta, annunciava un piano dettagliato di possibili tagli alla spesa pubblica. Questo piano prevedeva un preciso “crono-programma” che avrebbe dovuto produrre a settembre 2014 la presentazione di un insieme di misure per il prossimo triennio, durante il quale i risparmi avrebbero raggiunto circa 34 miliardi.
Di questo piano oggi non si vede ombra. E la pure modesta cifra di 34 miliardi di tagli (meno di mezzo punto del totale della spesa della pubblica amministrazione) appare ora come un miraggio, politicamente irraggiungibile. Addirittura, come rilevato dal Commissario nel suo blog , il governo nel recente decreto legge sulla pubblica amministrazione, ha impiegato i risparmi “futuri” della spending review del 2015, 1.6 miliardi, per coprire le spese per i pensionamenti dei funzionari “anziani”.
Dunque si spendono subito i “futuri” risparmi, con buona pace dell’obiettivo di riuscire a ridurre, con la spesa, la pressione fiscale.
I giornali parlano di possibili dimissioni del Commissario Cottarelli, dopo la pausa estiva. Se questo accadrà, ecco lo scenario che ritengo più probabile
- Cottarelli viene rimpiazzato da un sostituto privo di indipendenza politica e credibilità internazionale (yes-man);
- Il piano di riduzione strutturale della spesa e della pressione fiscale viene definitivamente archiviato, e con esso le possibilità per il paese di tornare a crescere;
- La nostra credibilità internazionale in Europa e nel mondo ne risente, perché le istituzioni europee ed mercati capiscono che il paese è fermo economicamente e irriformabile politicamente. Niente “flessibilità” dei vincoli europei e spread in rialzo;
- Crescita zero, disoccupazione socialmente insostenibile e tassi in aumento minano la sostenibilità del debito italiano .
A questo punto tutto diventa possibile: nuove elezioni e nuova maggioranza? Crisi di debito, magari dopo crisi internazionale su Ucraina/Siria/Gaza, e intervento della Troika?
Staremo a vedere, ma le dimissioni di Cottarelli sarebbero un sinistro presagio per il nostro futuro.