Alcuni lettori hanno storto il naso di fronte al mio esercizio sostenendo, a ragione, che il coefficiente del rapporto debito-PIL non è statisticamente significativo(si veda la versione su lavoce.info, dove è pubblicato l’output di Stata). Apriti Cielo: “è la prova scientifica che quanto hai scritto è falso!”. Se questi lettori avessero riflettuto un po’ prima di scagliare i loro fulmini econometrici, si sarebbero resi conto che la loro obiezione in realtà rafforza, e di molto!, le conclusioni dell’articolo. Infatti, se il coefficiente del debito pubblico NON è statisticamente diverso da zero, la retta di regressione è piatta: non rimane che confrontare la manovra italiana con la media dei paesi considerati: il 2,1% del PIL (escludendo Giappone e Cina), 10 volte (non 4 come sostenuto nell’articolo)! quella italiana. A me quest’ordine di grandezza per l’anomalia Italiana pare eccessivo, e ritengo più ragionevole dal punto di vista economico, controllare, pur se in maniera imperfetta (ma ho 10 osservazioni!), per il livello del debito pubblico. Rimando al mio lavoro per la discussioni su non linearità e altre sottigliezze (qui ho dati per 49 paesi dal 1970 al 2004: nella regressione dove il saldo primario/PIL è la variabile dipendente, il coefficiente del rapporto debito PIL è significativo e pari a 0.03, sostanzialmente identico a quello ottenuto nell’esempio)